lunedì 31 ottobre 2011

"Overload"

La visita a Uomo Primo e la scoperta di essere uno di loro creò in me delle strane sensazioni. Quelle sensazioni quasi inspiegabili che, tuttavia esistono… di solito si rivelano pienamente fondate, ma alle quali purtroppo  si tende a prestare poca attenzione proprio perché sono difficili da definire… Iniziai a sentirmi maggiormente “esposta” agli attacchi alieni, come se avessero potuto ritrovarmi e riprendermi più facilmente.

L’indomani mattina avevo ancora dentro me parte di quell’energia spaventosa che in qualche modo avevo maneggiato la sera prima. Il malessere non passava, a momenti sentivo ancora il cuore battere in modo esagerato, a volte avevo l’impressione stesse per scoppiare… Fortunatamente non sono una persona che si impressiona in queste circostanze; così, lasciando quest’enorme quantità di energia fluire per tutto il corpo, il senso di malessere, pian piano, passò.
Consiglio con cuore di non fare cose simili, o perlomeno di non utilizzare un’energia fornita dall’esterno o da entità sconosciute. Il corpo è importante, è il veicolo con cui interagiamo col mondo, attraverso cui sperimentiamo le emozioni e tante altre cose… è attraverso di esso che facciamo esperienza. Ma è un corpo umano, non quello di un UP o di qualsiasi altro. Per cui non sappiamo se il nostro corpo sia in grado di reggere un quantitativo di energia di altro tipo. E poi credetemi, la sensazione del sentire che da un momento all’altro il corpo potrebbe cedere e abbandonarci (prima del tempo) non è per niente bella.
Anche Corrado mi disse di non fare delle cose avventate, di pormi in modo paritetico con questa entità cercando di fargli capire che il numero di informazioni che potevo recepire ogni volta era limitato… di fare cioè le cose con moderazione, e di prendermi tutto il tempo per dedicarmi alla mia vita quotidiana.

Tuttavia quella situazione l’avevo particolarmente a cuore.
Era emerso che UP era il responsabile dei precedenti reset dell’umanità. Loro si trovavano in quel luogo sperduto, un pianeta in cui gli alieni non avrebbero potuto trovarli e, quando il potere alieno diveniva forte quanto bastava per riuscire a minacciarli in qualche modo, questi preferivano sterminare l’umanità piuttosto che le loro “creazioni venute male”, cioè gli alieni stessi.
Cominciarono a venir fuori delle altre cose che non mi piacquero… Venni a sapere (da Corrado, sulla base di quanto emergeva da altri ex-addotti) che alcuni di questi UP erano in possesso di tecnologie avanzate, simili a quelle possedute dagli alieni. Mi riferisco a impianti, di diverso tipo rispetto a quelli alieni, che venivano però utilizzati con soggetti “rapiti” da UP sin dalla nascita, e di macchine per creare delle copie… Così pensai bene di chiedere agli UP coi quali interagivo se ne sapessero qualcosa.
Questo è il resoconto del S.I.M.B.A.D. fatto il 21 novembre 2009:

“Ho domandato loro alcune cose che riguardavano quello che ho saputo...
Quando ho parlato loro delle copie erano tutti tranquilli… addirittura, attraverso l'energia han creato una mia copia davanti a me, dicendomi che loro sono in grado di "produrre" (prima di creare questa copia ognuno di loro nella mano creava qualcosa per mostrarmi come gli riesce spontaneo, notavo uno di loro che aveva creato un fiore che sbocciava, che carino)... Solo quando ho parlato dei chip erano un po' perplessi, si guardavano l'un l'altro, ma mi han detto che non appartengono a loro. Mi sembra che tra noi e loro ci sia una sorta di barriera… vedo che nonostante si faccia un chiaro discorso con loro, qualcosa non arriva... Sarebbe semplice come parlare con la Triade, se non ci fossero anche queste singole barriere, ed è ovvio che perché ogni UP si risvegli del tutto i tempi si allungheranno e sarà un po' un casino.. Insomma gli alieni l'hanno pensata proprio nel dettaglio.
Gli UP mi hanno spiegato che nell'ultimo simbad ho rischiato di friggermi il cervello, e di friggermi tutta io nel complesso, è come se un uomo normale sollevasse un macigno di una tonnellata per qualche secondo, e a quanto dicono in qualcuno ho creato coscienza, ma il mio corpo non regge una cosa simile per molto tempo.
Ho chiesto se fossi uno di loro, la risposta è stato un sì, uno mi ha descritto come uno che era molto ottimista, come un amico o fratello, e sorrideva.
Ho l’impressione che alcune cose mi stiano sfuggendo… sento troppe barriere, questo gigantesco e finto ologramma per tante cose è come una prigione in cui le sbarre non si vedono, ma ci sono e sono anche belle grosse, e personalmente sento che per arrivare a capire le cose che cercano di comunicarmi ci metterò più tempo.”

L’UP che mi si presentò la prima volta e che mi descriveva come un UP ottimista, sembrava fosse mio fratello… Questo perché anche, e soprattutto, in queste simulazioni mentali al fine di carpire informazioni, prestavo attenzione alle espressioni del volto e del corpo di UP, e alle emozioni che mi trasmetteva. Quando disse quelle cose, osservandolo notai che aveva gli occhi lucidi… dava l’impressione che io, come UP, gli fossi mancato tanto, che tra noi ci fosse stato un legame molto profondo e che fossimo stati separati da scelte differenti… come UP ero un ribelle, uno di quelli ai quali il rifugiarsi in un luogo per non essere trovati dagli alieni non piaceva per nulla, e piuttosto che nascondermi, decisi di andarmene e vivere nel mondo come tanti altri.
Al contempo succedeva qualcosa di nuovo alla Triade. Anima, in particolare, cercava di comunicarmi qualcosa di molto importante. E’ veramente spiazzante avere una sensazione simile ma non riuscire a decodificarla in alcun modo e, per quanto io mi sforzassi, non riuscivo a tradurlo in parole comprensibili
Dopo quel secondo incontro, decisi di prendere una pausa in cui non avrei contattato UP in alcun modo. Impiegai quel periodo per lavorare solo con la Triade e sul corpo… Nel mio S.I.M.B.A.D. avevo la mia spirale dorata che mi avvolgeva saldando l’unione delle mie parti e, quando queste erano separate, si impegnavano a lavorare con il corpo: lo massaggiavano, mettevano in circolo l’energia presente e pian piano le cose cambiavano… Ero più vigorosa e, nonostante gli attacchi che qualche parassita talvolta sferrava, mi sentivo molto bene.

Passò quasi un mese, e l’11 dicembre ripresi con ciò che avevo iniziato:
“Buongiorno Corrado ^_^
Stamattina mi sento molto felice. Mi sono svegliata di mattina presto ridendo, e poi ho deciso di fare un simbad. Siccome oggi partirò, le invio il resoconto della cosa.
Come spesso accade, all'entrata di Anima, mi è scesa qualche lacrimuccia, anche quando la abbracciavo... Le dicevo che stiamo andando avanti alla grande, anche se a piccoli passi, ma che non m'importava niente, che qualsiasi cosa succeda, saremo insieme sempre. All'entrata di Spirito, nello specchio non lo vedevo nitidissimo, e una parte di lui la vedevo ombrata... Ho capito subito cos'era successo, ma ho lasciato che si sedesse accanto ad Anima. Entra Mente, ed è ok. Vedevo Anima che guardava molto Spirito, e infatti quando ho chiesto a tutti come stavano, Spirito mi ha detto che non si sentiva tanto bene. In sostanza una di quelle... "Lampadine" (riferendomi al Lux) gli stava dentro, non so come sia stato possibile e credo sia successo durante la notte (la cosa che non mi spiego, è come mai prima di svegliarmi del tutto mi ero svegliata ridacchiando soddisfatta)... Insomma alla fine con una vibrazione più forte del solito l'ho buttato fuori e fulminato.
Abbiamo poi cominciato a parlare dei progressi che stiamo facendo, e ho chiesto ad Anima di provare a comunicarmi quello che ha cercato di comunicarmi prima ma ha difficoltà a fare.. Allora lei si è avvicinata puntando un dito sulla mia testa.. E lì ho visto un'immagine come di un quadro in cui c'erano delle figure geometriche che formavano a loro volta un’altra figura, al centro c'erano dei quadrati che formavano una sorta di rettangolo centrale verticale, e in basso a sinistra e in alto a destra continuavano orizzontalmente, il resto del quadro era fatto di triangoli... non sono riuscita a vedere più di questo, e Anima non riusciva a parlare, a dirmi nulla che io potessi capire, in parole, o altro, ma sentivo che mi stava comunicando qualcosa. Solo quest'immagine.
Dopo questo, ho chiesto ad Anima di farmi vedere i miei contenitori, li vedevo lungo una linea e nelle direzioni corrispondenti, sinistra-passato, centro-presente, destra-futuro... Ho guardato un po' nella vita di 4 di questi contenitori, e ho comunicato con loro, in particolare con quello futuro, facendogli vedere un po' quello che è accaduto a me, e dicendo che possiamo comunicare. Chiedendo poi ad Anima di mantenere sempre viva la coscienza che abbiamo, e di renderla accessibile a tutti gli altri contenitori. Dopo aver finito questa parte, ho ricominciato a parlare con la Triade. Dicendo che stiamo facendo dei progressi, ma che vorrei che tutti comunicassero con me in maniera più nitida, in particolare attraverso i sogni, che ultimamente ricordo poco... Allora mi sono rivolta a Mente, l'ho scannerizzata dalla testa ai piedi e ho notato un piccolo lucchetto a livello della gola, ho subito pensato che fosse dovuto a delle mie convinzioni insensate relative al sonno e al sogno…
Anima le si è avvicinata e le ha messo la mano sinistra davanti a questo lucchetto, e dice "Mente, tu devi capire che nulla è impossibile" e poi, a bassa voce "..ed è proprio l'impossibile quello che stiamo per fare" ho visto l'energia partire, liquefare e far scomparire questo lucchetto...
Finito tutto ciò, dico alla Triade se volevano fare un salto da UP, tutti sembravano contenti, ma a un certo punto ho visto che Anima si era messa un po' in disparte, come se stesse pensando qualcosa, come se ci fosse qualcosa che non era il momento che sapessi forse, ma qualcosa di molto grosso... Tutto questo lo deduco dalla risonanza emotiva che mi tornava vedendo Anima così, e mi rendo conto che non si trattava neanche del suo tentativo di non spaventarmi, come invece successe quando doveva comunicarmi che ero addotta. Credo si trattasse più che altro del fatto che non si sa se sono pronta.. Cioè sembrava come se non mi avesse detto tutto, ma si vedeva benissimo, e appena gliel'ho fatto notare, mi ha detto che era tutto ok e sorridendo che potevamo andare da up... Ci sono andata, dopo essere diventata uno, Anima, Spirito, Mente e Corpo. Arrivata sul suo pianeta, ero sola, il mio UP-fratello non c'era... Allora ho pensato bene di mettermi a ballare in quella natura rigogliosa, e lo chiamavo... Lui viene, con un sorriso, e mi pare che avesse gli occhi blu e i capelli corti sul bianco, ma non sembrava vecchio come gli altri. Allora io ero sia me che UP, cioè vedevo con gli occhi di entrambi, guardandomi da fuori ero sia me me, che un omone altissimo con una barbetta grigia e i capelli corti... Non ricordo bene il dialogo, ricordo solo che a un certo punto, sentivo dentro che Anima piangeva e diceva che eravamo quasi "alla fine". Diceva che c'era il rischio che un domani tutto questo possa venire dimenticato... Non ho idea di cosa volesse dire, ma mi sono risposto subito che questa nostra "avventura" non la dimenticheremo mai, anche se ci sono stati i dolori insieme alle gioie, perché fa parte di noi... E anche se con questo contenitore prima o poi finirà, quello che ci è successo resterà sempre vivo in tutti noi. Mi sembrava come se volesse sentirsi tranquillizzare... Boh tante cose che non riesco ancora a spiegarmi... Allora con Up-fratello (lo chiamo così in modo da non creare confusione) siamo stati a passeggiare un po', e non ricordo i dialoghi che ci sono stati... Comunque da Up-Io ho ripreso le mie singole sembianze (perché prima vedevo me-io-triade dentro me-UP-triade) e sono tornata nella stanza del simbad... Riunita ancora di più con le varie parti, sono uscita. Sinceramente... Sentir dire ad Anima che si sta per fare l'impossibile e che sta per arrivare la fine, mi da sensazioni ambivalenti... Da un lato mi sento felice perché stiamo andando oltre tantissimi limiti, e se tutti quanti riusciremo nel nostro intento io proverò solo gioia, dall'altro un po' mi inquieta perché mi rendo conto che non riesco a capire, e non capendo mi sento un po' spiazzata e smarrita... Allora penso che io debba solo stare tranquilla e aspettare un po', tanto sento che le risposte arriveranno... Buon fine settimana, un abbraccio grande!”

Ancora una volta ricevetti dei segnali da parte di Anima che con un po’ più di fiducia in me stessa e nelle percezioni, avrei potuto interpretare come qualcosa di preoccupante, abbreviando il percorso di smascheramento di Uomo Primo. Ciò che considero di primaria importanza è capire che quando ci sono queste sensazioni un po’ confuse, o non ben decodificabili, o le parti di sé che in qualche modo sembrano perplesse o preoccupate, c’è veramente qualcosa che non va. Dando più fiducia alle proprie parti, non rimarrà quindi che chiedere loro di chiarire cosa provano, e vedere cosa emerge.

Per il resto, il discorso per favorire la comunicazione nel sogno funzionò… Infatti le notti successive andai in giro e  ricordai tutto ciò che vidi proprio grazie ai sogni.
Ero con una mia cara amica e spiavo delle creature che si trovavano in un sotterraneo… Accanto a noi c’era un essere che aveva una grande macchina nera. Non riuscivo a distinguerlo bene, ma ci diceva che laggiù quegli altri stavano tramando contro di noi. Il sogno terminava con me che, piena di adrenalina, pensavo a cosa avessi potuto fare.
Utilizzai un trucchetto per chiarire i sogni che mi insegnò Corrado molto tempo prima: bastava che provassi a mettermi nei panni di ciascun personaggio del sogno, riviverlo dalla loro prospettiva, per capire cosa provavano e quali fossero le loro intenzioni. La creatura che si trovava con me e la mia amica non mi piaceva molto, era come se volesse in qualche modo portarci dalla sua parte, e guardandola bene notai che aveva le pupille verticali… sembrava la razza aliena definita Orange… Quelli all’interno del sotterraneo mi sembrarono degli altri alieni che, avendo capito forse che alcuni umani erano riusciti a stabilire un contatto con UP, tramavano qualcosa per reagire a tutto ciò. Io, dal canto mio, pensavo a cosa avrei potuto fare per contrattaccare.
Non sono mai stata a favore delle guerre… ma, se in qualche modo fare guerra agli alieni fosse stato utile per non far ripetere il ciclo che toccava all’umanità da millenni, non avrei esitato, devo essere sincera.


Giunto il periodo delle festività natalizie, andai a trovare la mia famiglia, nella casa in cui ero cresciuta, e nella quale avevo subito gran parte degli episodi di abduction. Ritornare in quel luogo, per la prima volta da quando ricordai con Corrado, mi fece un certo effetto:
“23-12-2009
Salve Corrado.
Mi ero promessa di non scriverle per non disturbarla proprio in questi giorni, ma ora che sono a casa, queste sensazioni le volevo condividere con lei. E' la prima volta, da quando ho scoperto e risolto tutto, che mi son trovata nello stesso identico punto in cui mi presero nell'episodio che ho ricordato con lei grazie alle àncore... Non riesco a spiegare che sensazione sia di preciso, ma sento dentro una gran compassione, una pena, un'angoscia e una tristezza incredibile, infinita... Stando lì, nel punto in cui prima di scappare verso l'ascensore "guardavo le stelle" mi pare di rivivere la cosa. Devo ringraziare lei se ne sono uscita. Perché ha messo fine alle paranoie della mia "testa dura" che mi stavano facendo diventare matta. A volte sento addosso un peso che non appartiene solo alla mia vita, ma a tante, a tutta l'umanità, e mi sento così piccola, limitata e incapace in quei momenti, che mi sembra tutto tremendamente insostenibile. Non è un peso dovuto a qualche situazione, o a uno stress, o non so a cosa, è solo una sensazione fortissima che ho da tanto e che nessuno è riuscito a capire fino in fondo. Allora la condivido con lei, perché  anche se non voglio che mi risponda, so che lei può capirla questa sensazione..
Questa mail non è solo di aggiornamento, ma anche di augurio. Mi sembra sempre più di vedere le cose con gli occhi della Triade, sento le cose prima che accadano, di qualsiasi tipo, dalle cose più semplici a tutto ciò che riguarda reazioni interne mie e altrui.. E a volte penso, e spero con tutta me stessa, che quello che sento dentro su tutto quello che sta succedendo a noi e succederà, sarà anch'esso vero. Cioè che ce la faremo, tutti quanti, io lo sento dentro fortissimo.”
Alla prossima!

domenica 23 ottobre 2011

Uomo Primo: l'apparenza inganna!

Dopo il primo incontro con Uomo Primo, iniziai a sentirmi collegata a lui in maniera stabile. Nei due giorni successivi ricevetti dei messaggi da parte sua... Potevo sentirlo attraverso la mente, con la sua voce che proveniva da ogni parte, e mi spiegava che si era presentato a me per chiamarmi, perché avrei dovuto fare qualcosa. Ed evidentemente in quel periodo non ero la sola ad esser stata contattata per quel motivo. In seguito conobbi altre persone che ebbero la stessa mia esperienza.
Parallelamente ricominciarono gli attacchi da parte di altre entità aliene. In primis il Lux. Mi succedeva spesso di avvertirne la presenza oppure di subire dei veri e propri tentativi di invasione del mio corpo e del mio spazio da parte sua. Talvolta dovevo affrontarne più di uno insieme. Tuttavia, arrivata a quel punto, il Lux era veramente l’ultima cosa che poteva spaventarmi. Non avevo neanche più bisogno del S.I.M.B.A.D. per eliminarlo. Appena ne avvertivo la presenza, chiudevo gli occhi e mi concentravo: riuscivo a vederlo muoversi velocemente nella stanza in cui mi trovavo, in particolare negli angoli superiori. Nel momento in cui si fermava, forse pensando di non essere percepito, facevo partire da dentro una scarica potentissima… un fulmine blu-bianco che lo colpiva, e il rompiscatole si smaterializzava. Prima di andare volontariamente da Uomo Primo, dovevo pur accertarmi di stare bene ed esserepulita”!

La sera del 18 novembre decisi che sarei andata nel luogo in cui si trovava: Anche questa volta nella stanza del S.I.M.B.A.D. sentivo profumo di fiori, rosa e gelsomino. Feci un controllo sulle varie parti di me e, dopo essermi accertata che tutto fosse tranquillo, riunii le parti in uno… Spontaneamente feci un salto nello specchio in ferro battuto che era servito in passato per i numerosi controlli sulla Triade. Appena fatto questo, percepii una sensazione di freddo per pochi istanti, dopodiché un gran caldo, un caldo estivo. Atterrai su un altro pianeta… era il suo pianeta, potevo riconoscerlo! Era lo stesso che vidi nel primo incontro: era sul verde, con forme non ben definite, nel paesaggio non vi era nulla di irsuto, colori pastello sul verde, e profumo di fiori… di tanti fiori. Mi guardai un po’ intorno e vidi Uomo Primo. Mi avvicinai e, dopo averlo salutato, gli chiesi se lui fosse lo stesso che si era presentato nel mio Simbad la scorsa volta.
Mi rispose di sì.
Parlammo molto… mi spiegò che la sua comparsa era la sua chiamata per me. Allora gli chiesi se in quel posto ci fosse qualcun altro. Lui mi prese nella mano gigante (stare lì nella sua mano mi faceva vibrare di un’energia molto calda) e mi portò in una grotta di pietra. In questa grotta c’erano 9 UP, compreso quello che mi aveva condotta lì. Avevano i piedi scalzi, delle tuniche di un bianco sbiadito un po’ strappate sotto. Sopra non riuscivo a distinguerli bene, confusa dall’energia luminosa che emanavano e dalla loro altezza. Parlammo molto, ma in seguito non riuscii a ricordare esattamente i dialoghi.

Ciò nonostante, ci fu qualcosa del nostro discorso che mi rimase impresso.
Mentre parlavano tra loro, mi coinvolgevano, dicendo qualcosa comequando anche tu ti sarai svegliata…”… mi dissero che io porto cambiamenti nel mondo, ed io chiesi loro se avessero potuto aiutarmi a “risvegliarmi”. Così si riunirono in cerchio attorno a me e, in un’atmosfera quasi caratteristica di un qualche rituale, mi imposero le loro mani, infondendomi energia. Iniziai a levitare, distesa e senza più vestiti (prima avevo le mie sembianze ma da donna un po’ più matura, quindi come Anima, con il vestito blu), sentivo un forte calore e una vibrazione così diversa che le parole mi paiono limitate per poter descrivere realmente la sensazione. Man mano che continuavano, mi vidi, anche dall’esterno, avvolgere da una spirale di luce color oro… l’energia che avvertivo era sempre più forte, sempre più forte… e all’improvviso esplosi, emanando una luce accecante vista da fuori, e avvertendo un calore indescrivibile dentro.

Quando ebbi la possibilità di rivedere qualcosa, mi guardai le manima non erano più le mie mani, erano le mani di uno di loro! Ero uno di loro, e andai a occupare il posto, nella caverna, che era rimasto libero. Continuammo a parlare… Si diceva che uno di noi è come tante, tante Anime… che siamo forti, ma che più coscienze ci sono, meglio è.
Chiesi loro se fosse stato possibile fare in modo che quelle coscienze ci raggiungessero, che si svegliassero.
Mi risposero che era possibile, e in quel momento mi venne spontaneo fare una cosa. Con l’aiuto della mia Triade, mentre parlavo proiettai delle immagini:
“questo è ciò che sta accadendo… vedete?”
Nell’immagine vi erano gli alieni che rapivano le persone, e immagini dettagliate di episodi di abduction…
“diventerete così, se non vi svegliate!”
E nel frattempo si vedeva un esercito di persone tutte uguali, con gli occhi spenti… li definii senz’anima… ma non nell’accezione di Anima che usa Corrado e collaboratori… Piuttosto, avrei potuto definire quella schiera di uomini che vedevo come degli zombie. Dopo questo, urlai a squarciagola:
“svegliateviiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!”
E mentre urlai, in quel momento diffusi al di fuori di me un’energia così smisurata e potente, che mi chiedo ancora adesso come abbia fatto a reggerla con questo misero corpo. Verso la fine dell’urlo, iniziai a sentire il mio cuore battere pericolosamente veloce… sentivo che sarei morta se avessi continuato. Tuttavia, non mi lasciai prendere dal panico e, accettando quel mio stato di immenso sforzo e terminando con questa cosa, mi ripresi.
Dopo questo dissi agli altri UP:
“mi siete mancati… qui c’è tanta angoscia, ma so che non sono solo”
Piansi molto…
Ma ciò che loro mi trasmettevano in quel momento, era solo amicizia e serenità. Riuscii infine a riprendere le sembianze precedenti, le mie sembianze, e dissi loro che ci saremmo rivisti presto. Li salutai con la mano, dopo essere uscita dalla grotta, e saltai nell’aria, dove vi era sospeso il mio specchio. Così mi ritrovai nella stanza del Simbad. Dopo aver riunito e coeso bene le parti di me, uscii dalla simulazione mentale.


All’epoca consideravo queste esperienze
quasi illuminanti, per quanto molte cose facessi fatica a decifrarle. E’ stato proprio questo il motivo per cui non ho realizzato subito come stavano le cose e mi son fatta fregare, come tanti altri ex-addotti che, fermandosi a questa consapevolezza, escono dal problema dalla porta e vi rientrano automaticamente dalla finestra, cedendo consciamente o inconsciamente alle lusinghe di UP. Nel corso di ogni esperienza che racconterò a voi lettori, voglio scrivervi direttamente la morale che ne ho dedotto con la coscienza di adesso.

La prima strategia di Uomo Primo è quella di far sentire la sua vittima speciale, un prescelto in quanto essere superiore come lui, oppure facendole credere che sia uno di loro e che ha qualcosa di importante da fare, una missione trascendente. In effetti lo saremmo, ma solo in quanto anime imprigionate dentro di lui per l’eternità, non illudiamoci!
Non lasciatevi fregare quindi. La seconda strategia è che, come disse lo stesso UP, loro sono come tante Anime… da ciò capiamo subito che si tratta di un essere che agisce a livello animico, quindi trasmettendo un certo tipo di emozioni positive che fanno sfumare la possibilità di dubitare di lui. E queste sono solo le prime strategie che utilizza… quelle che affronteremo in seguito saranno subdole almeno il doppio di queste.


Il mio consiglio è quindi di dubitare di tutto, fuorché della vostra Anima: interrogatela sempre su qualsiasi cosa che sembra diversa o su qualsiasi creatura in cui doveste incappare, seguendo anche il consiglio del post "S.I.M.B.A.D.: qualche trucchetto" che ho scritto proprio per questo.
Alla prossima!

Estele

lunedì 17 ottobre 2011

La "chiamata"...

Tutto cominciò con un S.I.M.B.A.D. veramente insolito… scrissi a Corrado la notte stessa…

16 novembre 2009, ore 01.29

“Salve Corrado,
certo non è un orario tanto usuale, ma le spiegherò subito il perché. Ho appena fatto il Simbad, ed è la prima sera che mi è successa una cosa insolita, che a parole non riesco a descrivere esattamente.
Nella stanza sentivo un profumo di rose… è la prima volta che sento un profumo!
Allora dopo aver invitato la triade, mi sono messa a parlare con Anima. Ho cominciato a dirle cosa lei significa per me, che sono felice di essere il suo contenitore perché lei rende diverso e più vivo tutto quanto, facendomi provare certe cose, insomma, quello che pensavo di lei.
A un certo punto ho sentito un calore fortissimo e una presenza imponente dietro la porta. Allora sono andata ad aprire e ho visto due piedi enormi, ho visto la stanza del Simbad allungarsi e non riuscivo a vedere più la fine in altezza... Al che quest'omone enorme è entrato. La mia Anima gli arrivava poco più su della caviglia in altezza...
Io Spirito e Mente all'alluce invece!!!
Io credo si trattasse di Uomo Primo (lo chiamo subito così perché un po' di tempo fa il mio amico G. me ne accennò qualcosa), ma ora le spiego bene il seguito.

Lui diceva di sé "Io sono", e basta.
Anima cercava di spiegarmi dicendo "fin dall'origine", si spiegavano così.

Lui era molto curioso, la sua voce era come se si sentisse ovunque, e dice "cosa stavate facendo?", lì ha preso la parola Anima, dicendogli "mi stava dicendo cosa io rappresento per lei", lui molto interessato risponde "e cosa rappresenti per lei?" e Anima "qualcosa di divino", poi Anima gli ha raccontato della nostra situazione, del fatto che noi e tanti altri hanno avuto dei problemi con gli alieni, gli ha spiegato questa situazione.
Poi sono intervenuta io dicendo: "devo porgerti una domanda, perché a volte in questo mondo sento tanta nostalgia?"... A questo non ha risposto a parole, ma attraverso di lui sono riuscita a vedere il luogo da cui veniamo; lo vedevo come un pianeta molto verde, la vegetazione era un po'diversa, ed erano diverse anche le forme, era tutto meno irto, morbido, fatto di curve e di confini che non vedevo ben definiti. Nel momento in cui ho visto e sentito questo, sapevo che quella era la sua risposta.
Mi è sembrato un po' curioso e interessato a quello che succedeva e a quello che si faceva...
Comunque, dopo questa cosa, Anima gli ha chiesto se poteva abbracciarlo, anche solo sul piede (perché lei era piccola al confronto, non quanto il resto di noi però), quando Anima si è avvicinata, lui si china, la prende nella mano enorme e se la porta vicino al viso, e quando ero vicino al suo viso ho sentito un'energia così potente... credo di non aver sentito mai qualcosa di simile, e mentre vedevo molta luce sono riuscita a distinguere in lui solo un sorriso.
In quel momento, ho avuto l'impressione che o lui stesse facendo qualcosa ad Anima, o si stessero in ogni caso scambiando qualcosa. Poi l'ha rimessa giù, ci ha salutati, ed è andato via sparendo..
Dopo questa bella visita ho parlato col resto della truppa, che mi hanno detto che non c'è puzza di alieno in nessuno di noi, tutti un po' esaltati da quello che era appena successo (tipo facendo l'uno per tutti, tutti per uno).
Ora, innanzi tutto la ringrazio per aver letto questo testamento di e-mail... e poi volevo sapere che cosa ne pensa, per me è importante. Grazie, a presto.”


Siamo giunti a un episodio molto importante della mia storia di ex-addotta…  Corrado mi spiegò che quest’entità non si sapeva ancora bene chi fosse, e che si stava cercando di capirlo.
Da quel momento in poi io, nel mio piccolo, come tanti altri ex-addotti (… allora si sapeva veramente poco delle famigerate gerarchie superiori) ho contribuito spontaneamente a fornire a Corrado informazioni su questo essere chiamato Uomo Primo, ancora sconosciuto. Ciò che accadde in quel S.I.M.B.A.D. infatti, non fu che la sua “chiamata” nei miei confronti.


Per quanto mi riguardava, ero nel mio periodo top. Continuavo a fare periodicamente dei S.I.M.B.A.D. per recuperare ricordi degli episodi di abduction di cui ero stata vittima in passato, e per accertarmi che non ci fosse nulla di estraneo, che non fossero tornati a prendermi… anche quando non ero proprio sicura di ciò che sentivo, utilizzavo ugualmente la vibrazione di Anima e ripulivo ogni cosa.
Avevo recuperato un potere molto forte sia sulla mia vita, sia sugli alieni. Sempre più spesso mi accadeva di sentire le cose prima che si verificassero… in più mi allenavo ogni giorno per imparare a utilizzare volontariamente le mie facoltà paranormali, aspetto che mi affascinava sin da quando ero bambina. Quindi, stracarica com’ero di energia per l’assenza di schiavisti alieni e per ciò che ero riuscita a fare pochi mesi prima, mossa da un E va bene ci sto, perché qui c'è qualche casino tipo altra dimensione e io ci vado a nozze.” alla J di Men In Black, sentii di poter esplorare il cosmo e indagare sulla figura di Uomo Primo…
In più non avevo alcuna paura: era scomparsa la paura del buio, che a differenza del passato iniziai ad apprezzare per la pace e il silenzio che lo caratterizzavano; scomparsa la paura di guardare ancora le stelle, alle quali mi sentivo legata più di prima, e non per via dell’abduction ma perché mi sentivo viva e senza confini, come loro… scomparsa la paura di poter mettere a rischio la mia vita, soprattutto se fosse servito per cambiare in positivo il destino degli esseri umani. Questo è stato il motivo della mia scelta, fare qualcosa di importante, per tutti quanti.

Mi tocca ammettere però che la spavalderia è un problema in cui si incappa quando ci si libera, proprio a causa della quantità e qualità di energia recuperata dopo tanti anni di torpore… ci si sente invincibili! Il problema è che, così facendoci si può mettere seriamente nei casini. Soprattutto andando volontariamente a rompere le balle a creature o mondi sconosciuti, oppure intervenendo contro gli alieni in difesa di altri addotti o ex-addotti, come in passato ho fatto.
Andare in giro per l’universo è davvero come esplorare una nuova terra di cui non si conosce nulla. Mi chiedo: quanto riuscirebbe a sopravvivere un uomo occidentale se andasse completamente solo a esplorare un continente di cui non conoscerebbe le malattie, ciò che è buono o nocivo da mangiare e quant’altro? Il paragone è lo stesso, solo che i problemi si verificano su livelli differenti. Su questo aspetto quindi voglio consigliare di valutare bene (sicuramente meglio di quanto feci io all’epoca) prima di gettarsi a capofitto in ricerche di questo tipo. Azioni sconsiderate possono essere molto rischiose.


Personalmente, tornassi indietro non cambierei ciò che ho fatto e vissuto, interventi scriteriati inclusi. Ho rischiato molto e, fortunatamente, mi è andata bene: nel mio caso la riflessività mi ha permesso di trarre da quelle esperienze anche più di quello che avrei potuto capire.
E’ stato necessario per la riconquista della mia libertà; è stato prezioso per me come lo è l’umanità intera, e lo dico nonostante ci siano un’infinità di cose che non mi piacciono in questo mondo. Mi ha permesso inoltre di osservare il nemico subdolo e sfruttatore, di capire come agisce e come liberarmene.
Con questi intenti continuai a contattare Uomo Primo, aggiornando costantemente Corrado...

lunedì 10 ottobre 2011

S.I.M.B.A.D.: qualche trucchetto

Siamo giunti ad uno, spero, dei più utili post del mio blog. Qui scriverò tutto ciò che ho trovato particolarmente utile per svolgere il S.I.M.B.A.D.
Ovviamente io, come tanti di voi lettori, ho vissuto le tecniche “dall’interno”, attuandole cioè in prima persona, per cui io stessa mi esimo dal considerare questo post come uno scritto analitico sulla tecnica di simulazione mentale. Per quel tipo di conoscenza, vi rimando a “L’anima trascende e l’alieno trasale” (seguito di Alien Cicatrix) di Corrado Malanga, e all’altro suo documento “Simulazioni Mentali”.

Detto questo, direi che il modo giusto di considerare questi miei consigli, sarebbe vederli come delle piccole aggiuntine o delle piccole accortezze che potrebbero tornare utili al momento giusto.


Le difficoltà nel portare avanti il S.I.M.B.A.D. possono essere diverse. Nel mio caso, ma ho l’impressione che si tratti di una difficoltà abbastanza frequente, non riuscivo a portarlo avanti perché le prime volte mi addormentavo. Un altro elemento a cui porre l’attenzione sono poi le immagini interferenti, qualora si verifichino. Queste si possono manifestare prima, e quindi come impossibilità a concentrarsi, o durante la simulazione mentale, come interferenza; in questo secondo caso può trattarsi di pensieri o preoccupazioni esterne che forse sono così pervasive da non riuscire ad essere contenute nello spazio al di fuori della simulazione, talvolta invece possono anche essere provocate da alcuni dei parassiti alieni, il Lux in particolare che quando si rende conto di essere nei guai ricorre a qualsiasi debolezza o paura personale per impedire che si vada avanti.


So che alcune delle strategie potrebbero apparire scontate … Tuttavia vorrei affrontarle ugualmente, dato che la mia meticolosità nello scrivere è stata valutata positivamente da alcuni di voi.


1.       Si prova a fare il S.I.M.B.A.D. e ci si addormenta

Questo può essere dovuto in primis allo scorretto orario o posizione in cui si effettua la simulazione, alla debolezza generale che l’essere addotto comporta, o anche alla non dimestichezza nell’utilizzo di tale tecnica. Credo sia una cosa piuttosto normale che si verifica spesso, soprattutto all’inizio. Scegliamo quindi per il nostro S.I.M.B.A.D. una posizione che ci permetta di rilassarci comodamente ma che non favorisca il sonno. Se poi si ha la preferenza per la posizione distesa, magari si faccia maggiore attenzione agli orari in cui lo si fa, che non siano orari troppo tardi… sta poi ad ogni persona regolarsi e trovare il proprio momento ideale.


2.       Immagini interferenti

Per tenere a bada le immagini interferenti che mi si presentavano a volte prima oppure durante la simulazione mentale, mi è stata molto utile una piccola tecnica di gestione dei pensieri che scoprii leggendo il libro “Ipnosi” di Léon Chertok: la tecnica dello schermo vuoto. Suggerisco, per chi ha difficoltà di questo tipo, di usare questa tecnica al di fuori del S.I.M.B.A.D., come fosse un esercizio a sé che insegna prima di tutto a gestire nello spazio i propri pensieri. Una volta che si è acquisita dimestichezza con quello, le difficoltà nel S.I.M.B.A.D. dovrebbero terminare da sole, perché è stato risolto il problema alla base, non necessariamente di origine aliena. La tecnica dello schermo è molto semplice: ci si pone in una posizione comoda, si entra in uno stato di rilassamento, magari inizialmente concentrandosi sui propri respiri… in questo stato di calma distesa, con gli occhi chiusi, si inizia a visualizzare un grande schermo. Su questo schermo possiamo vedere proiettati tutti i nostri pensieri e le immagini interferenti, come si trattasse di un maxi schermo suddiviso in tanti più piccoli, ciascuno dei quali rappresenta un’immagine interferente. Ecco… quello è il casino che abbiamo in testa!

A questo punto, semplicemente si prende la prima immagine disturbante e, pian piano, la si porta fuori dallo schermo.. Fatto questo si noterà che in quel punto lo schermo è tornato vuoto.
Quando si effettua questo tipo di esercizi è importante sentire la procedura quanto più reale possibile: immaginate di poter spostare con le dita l’immagine/pensiero disturbante, nel frattempo di guardarlo mentre pian piano si sposta lasciando lo spazio vuoto dello schermo.. E’ cioè importante coinvolgere tutti i sensi per aumentarne l’efficacia.

La procedura del togliere dallo schermo le interferenze va ripetuta per tutte le immagini, pensieri, suoni, eccetera… Finché non si riesce ad avere lo schermo tutto vuoto. A questo punto ci si ferma e si osserva il lavoro fatto, il grande schermo vuoto e pulito. Ottenere un simile risultato significa che stiamo imparando a tenere a bada i pensieri, stiamo riuscendo a confinarli quando ne abbiamo bisogno… Inutile dire quindi che questo aumenta il controllo su se stessi.

Applicando questo trucchetto su me stessa, sono riuscita a bloccare le immagini disturbanti che interferivano nel corso di una simulazione mentale, senza però dover porre fine alla simulazione… un risultato niente male!


3.       La Triade

Avendo utilizzato perlopiù il S.I.M.B.A.D., quindi il metodo fai da te.. credo di aver capito che sia importante prestare attenzione ad alcuni elementi che caratterizzano le parti di sé, in particolare Anima. Anima, come sappiamo, somiglia a livello di personalità ad una bimba, curiosa di esplorare il mondo, a volte un po’ ingenua o semplicemente inconsapevole di quanto la circonda. Questo ci fa capire che per rendere più efficace la comunicazione con lei, bisogna utilizzare un linguaggio adatto ad un bimbo curioso di conoscere il mondo.

Consiglio quindi di prendersi tutto il tempo che si vuole, di fare domande tanto più semplificate quanto più si percepisce l’aspetto bambino nella propria Anima, di fare tanti esempi, facendole rivedere nel passato e facendole osservare i futuri possibili… Quando Anima in un certo senso vive le cose che le sono accadute e di cui non era cosciente, oppure prova a vivere il futuro, libera o oppressa che sia, capisce al volo e una volta che capisce il discorso che cerchiamo di farle non c’è bisogno di ripetere le cose a oltranza.

Altro elemento importante è cercare di ossevare i movimenti del corpo delle parti.

A livello pnlistico io sarei un’auditiva-visiva-cenestesica… tuttavia, il fatto che non sia in primis visiva non ha compromesso la mia possibilità di sviluppare anche quel canale, oltre anche a quello cenestesico. Questo perché, in ogni mio S.I.M.B.A.D. tipico cercavo, ancora prima di entrare nella stanza da me creata, di “ancorarmi” il più possibile… Vi faccio un esempio della mia tipica simulazione mentale (molto personalizzata… ma non è un male essere creativi!)

In uno stato di rilassamento a occhi chiusi…
“Immagino” di aprire gli occhi, ma quando li apro davanti a me vedo un vero e proprio paesaggio. Di solito appena apro gli occhi sopra di me vedo le fronde degli alberi mosse dal vento, i raggi del sole che filtrano dai rami, sento i soffi del vento tra le foglie, posso sentire il profumo della terra oppure l’odore degli alberi (a volte vedo dei pini e l’odore ovviamente è più intenso)… posso anche sentire il canto degli uccellini! Dopo questa prima scena mi alzo dalla terra dov’ero distesa, vado vicino ad uno di questi alberi e guardandomi intorno, lo tocco… ovviamente posso sentire la consistenza del tronco, di solito quest’albero sta alla destra di un grande viale pieno di foglie che da su un fiume. Dopo aver toccato il tronco inizio a camminare lungo il viale finché non arrivo vicino al fiume. Sulla destra c’è una grande cascata, riesco a sentire il rumore dell’acqua che scorre impetuosa e che si placa una volta giù, all’altezza in cui mi trovo io. Da questo grande tratto di fiume tranquillo emerge una palafitta (quella è la mia stanza), tutta in legno… su una sorta di balconcino esterno che si estende per l’intero perimetro della palafitta, vi è appoggiata una lunga scaletta che mi permette di arrivare su. Per giungere nella mia stanza del S.I.M.B.A.D. mi devo reggere su questa scala e mi devo arrampicare gradino dopo gradino… di solito arrivata in cima mi siedo sul balconcino di legno e guardo gli alberi dall’alto, oppure cammino intorno alla casa e osservo in che punto del cielo si trova il sole, se è giorno… eccetera… Poi mi avvicino alla porta e la apro… Una volta dentro guardo bene cosa c’è, come al solito posso decidere di toccare il tavolo o di sistemare le sedie.. a volte è capitato che sentissi dei profumi nella stanza, ma questo lo chiarirò nel prossimo post.


Un’altra accortezza che usavo era variare il punto di vista. Inizialmente cercavo il più possibile di vedere in prima persona, quindi il paesaggio cambiava man mano che mi spostavo… a volte in alcuni piccoli intervalli mi vedevo anche dall’esterno, come se io fossi anche una telecamera esterna per cui potevo vedere com’ero vestita e come mi muovevo, eccetera.. Nel parlare con le parti io avevo il punto di vista di me-corpo, a volte quello di una telecamera esterna, a volte quello della Triade una volta unita. Il cambio di punto di vista mi permetteva, man mano, di sviluppare al meglio la simulazione a livello visivo.

Ora penserete… che palle fare una procedura simile ogni volta! In realtà io credo che le cose si possano personalizzare... ognuno ha i suoi tempi e le sue modalità preferite  per quanto mi riguarda, trovavo molto divertente fare tutto quel percorso prima di iniziare in maniera vera e propria… ci arrivavo più distesa!


Allenando tutti i sensi sarà più facile guardare meglio le parti, notare i movimenti del volto, o un tono di voce particolare, un gesto… Nel mio caso Anima cercava di mascherare il fatto che fossi addotta con un’aria materna, protettiva, sensibile… Quando glielo chiesi direttamente mi rispose “… potresti essere coinvolta”… tuttavia guardandola bene, a impatto, c’era qualcosa che non mi convinceva… non mi guardava proprio negli occhi, non si manteneva di fronte a me ma era un po’ girata lateralmente, ed io avevo la sensazione che non mi stesse dicendo proprio tutto, o che stesse cercando di deviare dal succo della questione. Quando si hanno questi dubbi, significa che tali dubbi sono fondati. Infatti, non c’è stata una sola volta in cui ciò che Anima mi abbia detto si sia rivelato falso. In quell’occasione mi fidai delle parole… e non di tutto ciò che percepivo in modo più profondo e diretto, attraverso cioè i gesti, le emozioni, e Anima stessa. Qui si collega la fiducia in se stessi di cui scrivevo nei precedenti post, e lo sforzo di non dubitare di ciò che si percepisce, perché se c’è una nota che stona, probabilmente c'è qualcosa che non va. Nel mio caso, se quel “potresti essere coinvolta” l’avessi riformulato subito come un “sì, sei addotta” avrei risparmiato a Corrado di ri-verificare il mio TAV e forse anche qualcos’altro. Abbiamo però capito che spesso ci sono delle resistenze personali, per cui non è facile realizzare consapevolmente e da un momento all’altro di essere addotti…


Un ultimo aspetto che ritengo sia importante trattare è la forma delle parti di sé. Nel mio caso, probabilmente per via delle abduction, inizialmente le parti non erano messe molto bene. A volte possono simbolizzare forme o figure che, provando a interpretare, si rivelano un po’ meno coscienti di sé o dell’interazione che si può creare tra Anima-Spirito-Mente. Ho avuto modo di osservare, nel corso dei miei S.I.M.B.A.D, che le parti cambiavano forma, dimensioni, colore. Inizialmente nella forma originale erano delle sfere piuttosto piccole (com’era prevedibile), ciascuna del suo colore, ovvero Anima-blu, Spirito-rosso, Mente-verde. In seguito diventavano più luminose, più grandi e, in particolare Anima e Spirito, presentavano dei bagliori e dei lampi all’interno… E’ intuitivo che l’aumento di dimensioni o il cambiamento di forma in questo senso potrebbe essere interpretato positivamente. Un po’prima della conclusione del mio percorso, le parti nella loro forma apparivano come la brillantina che si usa per decorare ma molto estese, ognuna del suo colore, perché, mi spiegava Anima “così possono comunicare meglio con gli altri” (riferendosi ad altre Anime e Spiriti). Alla fine di tutto, nella sua forma originale è cambiata solo Anima… Alla sua entrata, nella mia ultima simulazione mentale per venir fuori dalle cosiddette gerarchie “superiori”, Anima non riusciva momentaneamente ad essere contenuta nella stanza, perché era una galassia ed alla sua entrata la stanza sembrò scomparire. Le altre parti conservavano la forma precedente.

Una volta entrate nella loro forma originale, al momento di specchiarsi, le mie parti assumevano una forma umana. Anima e Spirito hanno conservato invariata la loro forma, mentre un progresso si è verificato in Mente. Infatti, a differenza dei primi S.I.M.B.A.D. in cui mente somigliava a un mio caro amico, vestita con una calzamaglia alla Peter Pan, nei successivi prese finalmente le mie sembianze, indossando un bel vestito verde smeraldo. Ritengo che tali cambiamenti siano positivi e siano dovuti al miglioramento nell’interazione tra le parti di sé.
Questo si può notare non solo a livello sensoriale, ma anche a un livello più profondo ed emotivo. Così proseguendo con le simulazioni mentali ci potremmo trovare davanti a scene toccanti… Spirito che abbraccia e in un certo senso contiene Anima, che fa venir fuori la sua personalità combattiva, offuscata e indebolita dal parassita Lux eccetera, per cui… non spaventatevi se le parti cambiano nel corso del vostro percorso.. ma piuttosto, nell’osservarleemozionatevi!


Qui si conclude la parte più “tecnica” del mio blog relativa al S.I.M.B.A.D., che spero potrà essere utile a quanti, addotti, non vogliano arrendersi davanti alle difficoltà che possono incontrare nel farlo. Nel prossimo post tratterò una questione che forse interessa a molti: il mio incontro con le gerarchie superiori e il ruolo che ho avuto in quell'amara storia… A presto!

Estele

lunedì 3 ottobre 2011

Parlarne con gli altri..

Proviamo ora ad affrontare una problematica molto molto importante: la possibilità di parlare con gli altri del proprio essere addotti, tenendo sempre ben presente che ciascun addotto è, prima di tutto un Universo a sé… caratterizzato da modi del tutto personali di percepire il proprio status, di reagire e di fronteggiare gli eventi che si prospettano.

Tuttavia ritengo utile scrivere tutto ciò che ho imparato dall’esperienza di confidarmi con qualcuno. Ebbene, anche io (nonostante possa apparire forse paradossale per via dell’anonimato che ora mantengo) quand’ero addotta decisi di parlarne con qualcuno, precisamente con le persone con cui vivevo all’epoca dell’accaduto dei precedenti post, coi miei amici più intimi e con la persona che all’epoca avevo accanto.


I motivi per cui faticavo a tenere tutto dentro erano diversi: da un lato l’essere addotta, l’aver visto gli UFO da vicino coi miei occhi e riuscire a resistere, da sveglia e nel sonno, ai loro tentativi di riprendermi, non fece che accrescere ulteriormente la distanza tra me e il resto del mondo; se per una vita mi ero sentita sola e diversa senza saperne il motivo, in quel periodo lo ero perché avevo davanti a me quasi ogni giorno cose assurde e del tutto inumane. Ricordavo spesso la scena delle àncore con Corrado, e ogni volta provavo quella sensazione, che secondo me anche altri addotti conoscono bene, tremenda di non sapere quale fosse la mia casa… dove fossi collocata nel mondo. Si può ben capire l’effetto che questo ebbe sul mio senso di solitudine disperata, che risultò enormemente amplificata. In più c’era la paura e il peso del silenzio: per la grande empatia che mi ha da sempre caratterizzata, immaginavo che parlare avrebbe potuto significare essere emarginata, essere etichettata come una matta, esser presa in giro, e il peso di questa coscienza era così schiacciante per me che mi sentivo intrappolata nel buio tunnel dell’isolamento, senza entrata né vie d’uscita. In qualche modo avevo bisogno di ridurre quella distanza, quel senso di solitudine che rendeva anche me un “alieno” tra gli uomini.


Da tutt’altro punto di vista mi tocca, onestamente, ammettere che in quel periodo l’essere addotta rappresentava per me anche una “lusinga per l’Ego”: il pensiero di ricevere attenzioni da esseri così lontani, per di più ultraterreni, insieme con la solitudine che provavo, sfociava talvolta nel polo opposto, in un senso di esaltata unicità e peculiarità del Sé. Semplificando nei minimi termini, inizialmente non mi rendevo conto che essere addotti è, in realtà, una vera e propria sfiga. Inoltre, la consapevolezza di star vivendo io sola tutta quella situazione, di essere in grado di fare dei veri e propri miracoli, salvarmi la vita, oppure constatare il verificarsi di fenomeni paranormali, che tratterò in seguito, mi stuzzicava. Volevo far sapere agli altri quanto “ero brava e forte”. Allora nel pieno periodo di lotta ne parlai… Spiegai cosa significava essere addotta, come avevo scoperto di avere questo problema, come Corrado mi stava aiutando, mostrai le mie cicatrici spiegando a cosa erano dovute.


Mi duole il cuore nello scrivere queste parole, ma purtroppo è ciò che ho constatato ed intendo essere concreta. Le persone difficilmente sono in grado di comprendere, e soprattutto accettare una cosa simile. Se riescono anche solo ad ascoltare, è un lusso.

Tempo fa lessi che una reazione di rifiuto da parte degli altri si verifica anche nei parenti o amici di vittime di catastrofi naturali, come fosse una specie di modo per gli altri esterni, di cavarsi dalle implicazioni o dal solo pensiero di poter essere essi stessi vittime di catastrofi simili. Forse nel momento in cui si parla dell’abduction avviene la stessa cosa, e le persone che si trovano ad ascoltare simili resoconti, assalite dalla paura sia della realtà dell’esistenza di questi fenomeni, sia dal pensiero di poter essere esse stesse addotte, reagiscono con il rifiuto. Il rifiuto si manifesta in molte forme, che vanno dal “silenzio senza sorridere” descritto bene da Gabriela Dobrescu nel suo blog: le persone ti guardano senza dire una parola, come se avessi veramente dato di matto (per la serie chi tace acconsente, e come finale di un implicito sillogismo… la ragione si da ai matti!); alle battute, che si estendono oltre i limiti del tollerabile, come ad esempio il dare dell’”esperto” e “intenditore di microchip” all’addotto, oppure dire che una qualsiasi cosa insolita sia legata a UFO o alieni, come se l’addotto si trovasse in preda ad una psicosi allucinatoria in cui non gli fosse concesso di vedere o concepire altro al di fuori degli alieni; sino alla più pesante violenza sulla psiche dell’addotto, già fragile di per sé.


Per far impazzire una persona, normale o fragile che sia, non ci vuole molto ingegno: basta convincerla ad accettare che le cose che ha visto e sentito, che gli eventi che ha vissuto, non sono mai stati reali; convincerla, in poche parole, di non esser più padrona di sé. Questa è la sottile linea di confine, e in questo purtroppo le persone care e più vicine giocano un ruolo portante. Nel tentativo di riportare il loro caro alla “normalità”, non fanno che aiutarlo a imboccare la via della perdizione, rendendolo insicuro dell’unica persona che, nell’uscita dal fenomeno abduction, sarebbe degna di fiducia: se stesso. Di esempi di questo ce ne sono tanti, quali il tentare di mettere in crisi la realtà dell’intera esperienza dell’addotto in virtù del non aver fatto uno specifico controllo medico o un’operazione chirurgica per estrarre i presunti microchip (dimostrazione che serve più agli altri per “credere a tali assurdità” che a chi le sperimenta in prima persona), tentare di instillare nella persona il dubbio che quando avrebbe ricordato la presunta abduction si trovava in chissà quale stato di coscienza alterato indotto dall’operatore (mostrando ancora una volta l’enorme ignoranza e la paura che imperano attorno alle tecniche di ipnosi, di libera associazione eccetera), sino ad affermazioni ben più gravi, quali il sentirsi dire di essere stati in realtà violentati dall’operatore di turno durante la seduta. Tutto questo è, a mio parere, deplorevole, in quanto tali commenti esulano dal rispetto per la vita di un’altra persona e per la sua intera esperienza, oltre a tendere a porla in una posizione di menomazione e di passività totale rispetto alle scelte da compiere. Inoltre, resistere a tali pressioni non è facile proprio perché talvolta vengono esercitate da persone vicine, che probabilmente non si rendono conto dei danni che possono causare così facendo. A queste persone non sento di dire nulla, neanche di fare uno sforzo, perché a mio parere non saranno mai in grado di capire cosa si prova, e posso capirlo provando a mettermi nei loro panni. Di conseguenza, prima di decidere di parlare del proprio problema con qualcuno, bisognerebbe rifletterci un po’.


Il paradosso in tutta questa situazione è che, se riconosciamo gli effetti deleteri del parlarne e rifiutiamo di aprirci con gli altri, ci sentiamo dire che siamo finiti in una setta, che ci estraniamo dal resto del mondo, che non siamo in grado di comprendere punti di vista differenti. Ma quando parliamo, riceviamo come risposte messaggi ancor più paradossali, come quelli descritti sopra, a dimostrare che i punti di vista differenti sono veramente poco tollerati.

Alla luce di tutto ciò vorrei porre una domanda alle persone che non hanno mai vissuto l’esperienza dell’abduction:
“ritenete che esista un’apertura, un interesse e una disponibilità al dialogo su argomenti “tabù” di questo genere?”

 E, in ultima analisi: “cos’è per voi il dialogo?”


Riguardo le risposte sono un po’ pessimista ma, personalmente, ho avuto modo di trovare la mia soluzione. La soluzione che ha appianato in parte il mio senso di isolamento, l’ho trovata nel momento in cui sono stata in grado di accettare la mia solitudine, non razionalmente ma in primis con Coscienza, e soprattutto accettare ciò che gli altri mi potevano offrire, accettare che non tutti possono concepire, accettare che è molto difficile essere compresi in questo. Ho accettato di “essere sola nel mondo”, e mi è andata bene così. Questo mi ha permesso non vivere di aspettative esagerate nei confronti del mondo che mi circonda, e di percepire il buono che mi è stato dato dagli altri piuttosto che le loro mancanze.


La famiglia è forse uno dei primi pensieri nel percorso di uscita dal problema: i propri familiari, fratelli o sorelle, madri o padri, cugini eccetera che si scopre essere addotti anche loro… Così si scopre che fanno sogni strani in cui dei “cari amici” abusano di loro.
Una circostanza piuttosto disarmante si sperimenta quando si cerca di abbozzare un discorso sperando di creare un inconscio interesse, e vedere che questo non funziona, o perché palesemente l’interlocutore (addotto) desidera interrompere il discorso colto da un’”insolita” paura per questi argomenti, o perché l’/gli interlocutore/i ritengono che quella aliena sia una propria fissazione periodica, una temporanea voglia di evasione dalla realtà che si augurano passi presto… è disarmante anche il senso d’impotenza che si prova nel vedere un familiare sul letto di morte dire “son tornati, erano di nuovo loro”… a “scuoterlo nel letto”, e chiedersi se alla fine della sua vita il proprio caro finirà nelle mani di quei maledetti demoni, o se la sua Anima riuscirà a liberarsi dagli invasori per trovare la pace… chiedersi se si possa fare qualcosa, provarci senza sapere a cosa né dove porteranno quei tentativi… di incertezze ce ne sono tante..


Proprio in quest’aspetto diventa importante sia il modo di porre la questione nel dialogo, sia la possibilità che l’interlocutore voglia in primo luogo aiutarsi… in termini semplici, diventa inutile parlare, o tentare di aiutare una persona che in primis non vuole aiutare se stessa, per quanto duro possa essere accettare questo dal momento che si tratta pur sempre di un familiare. E questo non vale solo per l’abduction, ma anche per tutti gli altri problemi della vita.


Siamo uomini, e dobbiamo capire che le reazioni alla nostra decisione di affrontare un argomento del genere apertamente, non dipendono soltanto dalla nostra volontà ma anche da quella di altre persone, che può essere o meno diversa dalla nostra.
Se tornassi indietro, personalmente, non parlerei di quello che mi è successo con la facilità con cui lo feci allora. Ancora oggi persone a me vicine utilizzano le confidenze da me fatte in passato con l’intento di mettere in dubbio la mia sanità mentale agli occhi della mia famiglia. Ma ovviamente queste considerazioni posso farle con la coscienza di adesso… prima mi sentivo semplicemente molto, molto sola… e queste conseguenze non le mettevo in conto.

Non di sola negatività si caratterizza però la possibilità di parlarne con le altre persone. Ve ne sono alcune, al di fuori o inconsapevolmente nel problema, quelle persone che magari conosciamo da una vita e che ci vogliono un gran bene che sono in grado di ascoltare, per quanto assurdo o spaventoso possa sembrare loro, per quanto possano proporre come via d’uscita una qualche religione o devozione a qualche altro essere “superiore”. Probabilmente ci saranno, spero in cuor mio, anche persone che riescono a rendersi conto in qualche modo di avere a loro volta il problema, di affrontarlo e, alla fine di tutto, sentire un po’ di gratitudine verso chi ha permesso loro di prendere coscienza di tutto. A queste persone sento di dire “grazie”, perché hanno trasceso il limite dell’incomprensione, si sono spinte oltre nella curiosità di capire, o semplicemente non hanno lasciato che quell’esperienza vissuta dal loro amico, dal loro caro, incrinasse una fiducia e una stima in lui riposta da una vita.


Voglio inoltre ringraziare di cuore Corrado perché, senza che gli chiedessi nulla, mi diede la sua disponibilità per l’eventualità che fosse proprio lui a parlare del problema alla mia famiglia, quasi come avesse percepito le preoccupazioni che avevo. Ho intenzione di rendere pubblico anche questo aspetto perché Corrado viene troppo spesso dipinto, ovviamente da persone che a stenti lo conoscono, come il freddo scienziato che condurrebbe esperimenti sulle persone. Il fatto che un grande ricercatore sia anche una persona molto umile, che non è solita ostentare i suoi meriti, non implica che non abbia un cuore, tantomeno che lo abbia di pietra.

Allora mi pare giusto che sia anche io a portare alla luce questi meriti, dato che con Corrado ho mantenuto contatti per almeno un anno a partire da quando scoprii di essere addotta, contatti frequenti avvenuti quasi quotidianamente, per cui posso dire che un po’ ho avuto modo di conoscerlo. E non si offrì solo di parlare coi miei genitori… questa mail è un altro esempio di come lui si sia interessato anche alla mia vita e a come stavo:

“allora:
per la parte animica che fulmina tutto molto bene. il secondo lux , quello più grande .. si tratta di un lux di seconda generazione se così possiamo dire. Non esiste di terza per cui se ha mandato via anche il secondo non tornano più per sempre. Il fatto che sia tornato proprio in questi giorni è dovuto al fatto che come negli altri casi essi tornano quando il tuo spirito è moscio. Per esempio il fatto che tu con il tuo ragazzo che torna abbia inconscia paura di non essere più all'altezza  o forse di non "amarlo" più come prima...
il lux usa questa tua insicurezza e tenta di insinuarsi nelle pieghe dei tuoi ragionamenti. Anima lo fonde ma tu rimani  con il problema della tua relazione. Il fatto è che tu hai fatto ora un passaggio in più nella via della coscienza e non sai se il tuo ragazzo sopporterà questo tuo cambiamento.
La cosa è del tutto normale. non ti preoccupare. Lui torna e tu ci parli e gli racconti tutto. e se non basta se lui vuole gli parlo anche io.
Poi scopri che   per te non va più bene o che  può ancora andare bene.,
Ma questo dopo.”

Di “freddo chirurgo freudiano” o di “scienziato radicato al metodo sperimentale” qui c'è veramente poco .
E poi dite la verità, cari lettori.. non è forse più bello e limpido leggere un resoconto o un articolo quando vengono esposte le prove a sostegno delle proprie affermazioni? E questo è solo un piccolo anticipo. Corrado avrà uno spazio tutto per sé sul mio blog.


Alla fine, con la mia famiglia decisi di fare lo stretto indispensabile. Attualmente, i miei familiari sono a conoscenza dell’esistenza del fenomeno, sanno che me ne interesso, e sanno cosa fare per approfondire per conto loro la questione.

Un’altra soluzione, di gran lunga migliore e più efficace rispetto all’assumere tutto su di sé il fardello di tale esperienza, è stata per me la possibilità di parlare, conoscere e confrontarmi con altri addotti che si stavano liberando in quel periodo. Erano le uniche persone con le quali mi sentivo totalmente libera di esprimermi, ma più di ogni altra cosa, erano persone in un certo senso “come me”, tutte particolari ognuna a modo suo ed è stato proprio l’aver a che fare con persone più simili a me a permettermi di non sentirmi più sola. Sapere, cioè, che c’erano tante altre persone come me, che vivevano più o meno le stesse mie cose, che avevano le mie stesse difficoltà e provavano gioia in un modo così profondo da essere inspiegabile in parole, proprio come accadeva a me.

Spesso, quando mi trovavo con alcune di loro e mi capitava di avvistare qualcosa nel cielo o di percepire entità negative quali il Lux, mi sorprendevo perché stando volontariamente in silenzio, loro percepivano e mi riportavano spontaneamente le stesse cose. Con molte di quelle persone si è creato un legame molto particolare, c’era così tanta sintonia che provavamo gli stessi stati d’animo quasi negli stessi momenti. Quella fu un’esperienza bellissima, le persone che ho conosciuto in quel viaggio le porto nel cuore e non le dimenticherò mai.

Forse ancor più utile sarebbe parlare con un ex-addotto. Io nel mio percorso non ho avuto modo di parlare con qualcuno del tutto fuori dal problema, ma lo considero di grandissima importanza perchè l’ex-addotto, sebbene abbia forse ricordi un po’ più sfumati nella memoria e non rimugini più su cosa gli sia successo, ha dovuto affrontare un percorso per liberarsi anche delle paure e delle "seghe mentali" legate all’abduction che si portava dietro anche quando liberato, ha compreso che esporsi ad altri attacchi alieni per la voglia di fare casino lo mette solo nei guai, per cui a mio parere ha una visione delle cose più lucida e meno invischiata!

Anche nel prossimo post affronterò questioni di contorno, anch'esse importanti, per arrivare nel modo più chiaro possibile… agli incontri coi “superiori intergalattici”. A presto!

Estele